Marsiglia è la più grande città della Francia meridionale, capoluogo della regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra e del dipartimento delle Bocche del Rodano, oltre che il primo porto della Francia, sesto del Mediterraneo ed al livello europeo. Fondata dai Greci durante l’Antichità, è una delle più antiche città francesi. Considerando il numero di abitanti della sola municipalità risulta essere la seconda città della Francia, dopo Parigi.
Le sapevate tutte queste cose? Io no, me le ha appena raccontate wikipedia!
Prima di partire sapevo solo che avrei fatto tantissime foto e così è stato. Sei ore di viaggio sulla carta, otto effettive con tappe e traffico per arrivare in una città di cui non sapevo volutamente nulla. Nessuna guida o letture di viaggio, solo un appartamento airbnb di fronte alla casa dei nostri amici Federico e Marta. Da lì è iniziato tutto.
Marsiglia è bella? Si, molto, ma a modo suo. E’ viva, varia, articolata, vissuta, povera e ricca, maestosa e popolare.
Quartieri underground, multietnici, napoleonici. Il mare azzurro, la terra ocra, le case bianche, i murales, la pelle delle persone riempiono gli occhi di ogni sfumatura. In alcune parti della città non sai dove ti trovi. In Europa? Su un isola? In Nord Africa?
Pochi giorni, ma pieni di vita e di vento sulla pelle!
Una gita in barca verso le Isole Frioul, per assaporare il Mediterraneo. Profumo di arbusti, agavi, fiori gialli, mare variopinto, roccia chiara, stormi di gabbiani, sabbia sui piedi e il rumore delle onde.
Da questo assaggio estivo passiamo all’autunno più ventoso, ma non ci scoraggiamo e esploriamo i percorsi esterni del Mucem per poi terminare la giornata alla Friche, centro culturale denso di laboratori ed esposizioni.
Marsiglia è immensa e il forte colpo d’occhio lo si ottiene non da una torre, ma dal piazzale della Basilica Notre Dame de la Garde. Case, case, case, palazzi, strade, il porto, il mare, le isole, lo sguardo che si perde.
La parte più antica della città è il Panier e la cosa più bella è perdersi per quelle viette con il naso all’insu. Muri scrostati, persiane storte, vasi di piante lungo i muri, stradine sconnesse, scritte e locandine strappate, profumo di aglio e il mix marsigliese è pronto, un posto da mangiare con gli occhi per quel che offre, per quel che è, per quel che potrebbe diventare.
Poi una cosa insolita. Visitiamo un palazzo dai balconi colorati e dai pilastri imponenti progettato da Le Corbusier, la Unité d’Habitation de Marseille. Gli anni 50 sono in ogni parte del palazzo e sul terrazzo spoglio, ma denso di materia, ci staremmo fin al tramonto, ma il tempo avanza, la cena ci aspetta.
Il tempo ritorna mite, via le giacche e via a fare su e giù per le strade. Fragole al mercato, un giro nei negozi di spezie, qualche scivolata la parco e foto, tante foto, con una bella luce. Si ritorna, non voglio, datemi ancora un po’ di questa aria, di questa varietà culturale, di questa pausa da tutto ciò che mi fa pesare la testa. Il desiderio si avvera, a modo suo. Una piacevole tappa nella vecchia Genova per chiacchiere dal sapore ligure con Elisa. Per caso incontro Camilla, compagna di università. Le coincidenze che fanno sorridere il cuore. Ora è proprio il momento, si accendono i fari e si torna a casa. Più belli dentro e con in testa il prossimo viaggio.